sabato 29 giugno 2013

La Gioia, la Speranza, le Campane a Festa: la Corte Suprema scrive ancora la Storia americana


di LELE JANDON

La GIOIA e la SPERANZA. La gioia di Michael Knaapen (a sinistra)
e di suo marito John Becker alla notizia della Storia Sentenza della Corte Suprema,
che la coppia ha atteso fuori dalla sede del Tribunale a Washington. 
LA VITTORIA delle DONNE: 
due ebree ed una cattolica, tutte e tre hanno votato Sì

Nella Nobile Gara, come l'avevo chiamata nel mio primo articolo che inaugurava questo Blog (http://lelejandon.blogspot.it/2013/04/la-nobile-gara-fra-francia-inghilterra.html), fra Francia-Inghilterra-Stati Uniti, la Francia ha battuto tutti sul tempo, mentre all'interno della massima magistratura USA per 5 a 4 han vinto i Giudici (di cui tre donne, due ebree ed una cattolica) che sono a favore della Libertà ed Eguaglianza matrimoniale: l'ebrea Ginsburg, la cattolica Sotomayor e la Kagan (ebrea come la Ginsburg), queste ultime entrambe nominate da Obama.
LE DONNE UNITE nella STORICA SENTENZA.
Le tre giudici donne della Corte Suprema.
Come ho già raccontato su questo mio Blog, anche gli ebrei conservatori possono sposarsi in Sinagoga negli Stati Uniti, e la maggioranza (il 74%) dei cattolici americani sono a favore del matrimonio gay.
Del resto, come ha scritto Hannah Arendt (1906 - 1975) nel saggio "Sulla rivoluzione" (Edizioni di comunità 1982) che è un elogio della Rivoluzione Americana, un tributo alla sua Patria d'adozione, il còmpito della Corte Suprema è proprio difendere la libertà sancita dalla Costituzione dei Padri Fondatori attraverso il suo continuo emendamento, tenendo conto degl'input politici e sociali derivanti proprio dai luoghi di formazione ed espressione della volontà popolare cosicché si possano conciliare, scrive la filosofa ebrea di origine tedesca, "la preoccupazione della stabilità" con lo "spirito di novità"
Ci aveva scommesso, su questo esito felice, la rivista "Time" che aveva intitolato così un suo numero mesi fa "Il matrimonio gay ha già vinto" ("Gay marriage already won"): si riferiva al sentire della maggioranza. L'ultimo sondaggio Pew Research, infatti, dice che il 58% degli Americani è favorevole: gli omofobi sono in minoranza, come i quattro giudici Scalia ed Alito Jr (figli d'italiani), Thomas (nero come Obama) ed il repubblicano Roberts. L'orribile, illiberale, omofoba legge firmata dall'allora presidente Bill Clinton (che oggi, con la sua mogliettina anch'essa improvvisamente convertita al matrimonio gay, si dichiara pentito, ma che intanto ha provocato tragedie e suicidii) è stata così dichiarata dalla maggioranza dei Giudici come incostituzionale: nessuno potrà mai più firmare porcherie del genere.

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DISCRIMINATI. Wilfried Knight e suo marito
"sarebbero ancora vivi se in America ci fosse il
matrimonio gay" aveva detto un loro amico. 
“È una TRAGEDIA”, ha commentato l’arcivescovo di New York Timothy Dolan (che per poco non diventava papa, con l'endorsement di Cuomo che sui matrimoni la pensa all'opposto!). Ma LE VERE TRAGEDIE sono le storie d'amore che sono state rese impossibili dalla legge come quella di Wilfried Knight (1975 – 2013) e di suo marito che ho raccontato qui e nel mio Blog (http://lelejandon.blogspot.it/2013/04/la-nobile-gara-fra-francia-inghilterra.html): il marito si era suicidato perché aveva perso il lavoro in Canada, dove vivevano, ed il suo Stato americano non riconosceva il loro matrimonio celebrato all'estero sicché era disperato, non aveva chance di restare col marito; poco dopo, si tolse la vita anche Wilfried. Prima di togliersi la vita, il divo ha raccontato la sua storia nel proprio Blog e sul profilo Facebook: "chiunque sostenga i diritti dei gay legga il mio Blog. Non riguarda solo me. E' sulla felicità e il futuro per tutte le coppie gay". 
GLI UOMINI CHE HANNO SCRITTO LA STORIA.
I giudici Kennedy e Roberts, che hanno votato
assieme alle colleghe la Storica Sentenza. 
Un loro amico ha scritto: "sarebbero ancòra vivi se l'America avesse il matrimonio gay". Ecco, si spera che tragedie greche così, vere tragedie esistenziali, e non le fantasie tragiche del vescovone che vive fuori dalla realtà, non si ripeteranno più, dopo la sentenza di ieri che ha dato ai gay americani la Speranza di potersi sposare presto ovunque, in America.
Perché i massimi interpreti della Costituzione americana hanno stabilito che quella orribile, illiberale ed omofoba legge di Bill Clinton vìola i princìpii americani. Nessuno potrà dunque mai più proibire i matrimoni gay: nessun Presidente, nessun governatore. In nessuno Stato. E' stato decisivo per questa Storica Sentenza proprio il voto di un giudice cattolico, Anthony Kennedy.
PIONIERE.  Gavin Newsom,
cattolico liberale come il giudice Kennedy,
da sindaco di San Francisco celebrò quattromila matrimoni gay.
Un cattolico praticante scelto dall'allora presidente Reagan, che si è rivelato un cattolico liberale (e pro marriage equality come tanti altri cattolici liberali in America: dall'ex sindaco di San Francisco Gavin Newsom ai Cuomo padre e figlio, e come, da noi, Sandro Bondi del PDL) avendo votato coi colleghi progressisti ispirandosi al Quinto Emendamento che protegge le “uguali libertà delle persone”. Fu proprio lui che, nel 1998, abolì le leggi antisodomia negli Stati Uniti, nella (anch'essa Storica) Sentenza “Lawrence v. Texas” cioé Lawrence contro lo Stato del Texas.
Contro di lui, si sapeva già, gli altri quattro cattolici (fra cui un afroamericano) che la pensano come quello che avrebbe potuto diventare Papa (e che ha contribuito in maniera decisiva ad eleggere il ratzingeriano Bergoglio).


La GIOIA e la SPERANZA di GAY and FRIENDS
 CAMPANE A FESTA alla CATTEDRALE NAZIONALE di WASHINGTON: "lieti di sposare i gay episcopaliani"

EMOZIONATI. Le espressioni di gioia dei militanti gay alla notizia della Storia Sentenza della Corte Suprema.
NEOGOTICO. L'interno della Cattedrale Nazionale di Washington, dove i gay credenti sono benvenuti.  In questa chiesa Martin Luther King, i cui metodi di protesta non violenta hanno ispirato anche il Movimento Gay, pronunziò il suo ultimo discorso. Gene Robinson, vescovo e gay, ha dato questo video messaggio ai giovani gay su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=mPZ5eUrNF24): “So che molti di voi si sentono come in un luogo oscuro perché la religione e i religiosi vi dicono che siete un abominio dinanzi a Dio. È probabile che molti di voi stiano crescendo in un ambiente cattolico romano e che abbiate ascoltato nelle vostre chiese che siete intrinsecamente disordinati o deviati. O forse state crescendo in un ambiente mormone o battista in cui vi dicono che la vostra vita non è ben accetta a Dio. Come religioso vi dico che si sbagliano: Dio vi ama così come siete e non vuole che cambiate. Dio non vuole che vi curiate perché non c’è nulla da curare. Siete così come siete, cioè come Dio vi ha creati e come Dio vi ama”.

Intanto, è grande la gioia dei gay americani che da ieri trovano nuove energie morali per battersi per far estendere l'Eguaglianza matrimoniale in ogni singolo Stato degli U.SA.
GAY BENVENUTI. La cattedrale nazionale
di Washington celebrerà matrimoni gay.
E mentre l'arcivescovo di New York parlava di "tragedia", tutt'al contrario nella Capitale americana a mezzogiorno per oltre un’ora le campane della neogotica Cattedrale Nazionale di Washington (episcopaliana), la sesta cattedrale più vasta al mondo e la seconda chiesa più grande degli USA, nota come la “casa nazionale della preghiera”, che già ha nominato due vescovi apertamente gay (e gay friendly: Gene Robinson & William Rich nel New Hampshire e Mary Glaspool & John L. Kirkley a Los Angeles) e che già ha un rito liturgico per la benedizione pubblica delle coppie gay (come la chiesa valdese in Italia), hanno suonato a distesa per oltre un'ora per festeggiare lo storico Evento e partecipare con simpatia alla gioia dei concittadini gay americani. Nel pomeriggio è stato organizzato un momento speciale di preghiera per celebrare la gioia della comunità LGBT. Gary Hall, decano della cattedrale, ha rilasciato un comunicato ufficiale che è l'esatto opposto di quello di Dolan: “Suoniamo le campane della Cattedrale per celebrare l'estensione dell'eguaglianza matrimoniale federale a tutte le coppie, su modello dell'amore di Dio nei patti eterni. Le nostre preghiere per una duratura felicità sono con loro e con tutte le coppie che saranno unite in matrimonio negli anni a venire, sia qui nella Cattedrale sia altrove”.

TEOLOGIA DELLA GIOIA.
Un prestigioso esponente della chiesa episcopaliana
(che a Washington ha voluto condividere le gioie dei gay
per la sentenza della Corte sul matrimonio per tutti) è il
grande teologo Matthew Fox, pubblicato nella collana
diretta da Vito Mancuso per Fazi editore.
Già sacerdote cattolico (domenicano), fu cacciato
da Ratzinger per le sue tesi che mostrano quanto sia
antibiblica la  falsa dottrina del cosiddetto
"peccato originale". 
Già a gennaio il leader religioso aveva preannunciato che nella sua Cattedrale avrebbe celebrato matrimonio religiosi gay; il giorno della lieta notizia ha inoltre reso pubblico un comunicato in cui, oltre a felicitarsi per le sentenze della Corte Suprema, ha lanciato un appello a tutti i cristiani perché difendano il matrimonio – anche religioso – tra persone dello stesso sesso: “Moltissimi cristiani vivono le loro vite insieme a persone del loro stesso sesso e vediamo i frutti della loro fedeltà nelle nostre famiglie, nelle nostre chiese e nelle nostre comunità. Se riusciremo ad approfittare di questo storico momento per vedere più chiaramente come la loro fede contribuisce al bene comune, potremo camminare insieme ai nostri fratelli e alle nostre sorelle LGBT come un’unica comunità cristiana.” Proprio qui si sono celebrati funerali di stati di vari presidenti statunitensi, tra cui Dwight Eisenhower (1969), Ronald Reagan (2004) o Gerald Ford (2007) e qui il pastore battista Martin Luther King (1929 – 1968) tenne la sua ultima predica dal pulpito, prima di essere assassinato: a lui si sono ispirati importanti militanti dei diritti civili dei gay come Dick Leitsch (della Mattachine Society) grazie alle cui battaglie la polizia rinunciò alle tecniche di entrapment, ossia di adescamento a scopo di arresto, e si pose fine alle odiose
AMORE SANTO. I Santi Sergio e Bacco,
la cui storia d'amore è raccontata e
documentata dal grande storico gay
di Yale John Boswell
(Boston 1947 - 2004), cattolico.
discriminazioni sulla vendita di drink alcolici ai gay dichiarati nei bar di New York, come racconterò domani al Cineforum Gay del "Guado" da me condotto, dopo il film "Stonewall". La chiesa episcopaliana è una denominazione anglicana che si autodefinisce sia protestante sia cattolica: e proprio un grande storico di fede cattolica viene ricordato dallo scrittore David Leavitt nella sua intervista al "Corriere" di giovedì scorso (a pag. 15), alla domanda su quali siano state le tappe culturali di questa rivoluzione sociale e legale: "Nel 1980, John Boswell, mio docente a Yale, vinse il prestigioso National Book Award col suo libro "Christianity, Social Tolerance and Homosexuality" dove dimostrava che il cattolicesimo delle origini benedisse per un intero millennio le unioni fra persone dello stesso sesso."
Quelle campane a Festa sono il simbolo della piena riconciliazione fra sessualità e spiritualità, e di una chiesa pienamente riconciliata non solo coi diritti umani (con lo spirito di umanità) ma anche con la sua stessa storia.
Dinanzi all'antipatia mostrata da Dolan e dalla simpatia dimostrata dalla chiesa episcopaliana, vengono in mente le parole del grande psichiatra Eugène Minkowski (1885 - 1972): "La simpatia è quel dono meraviglioso che portiamo in noi di far nostre le gioie dei nostri simili, di farcene penetrare interamente, di sentirci in perfetta comunione, di essere un tutt'uno con essi (...) è quanto c'è in noi di più naturale, di più "umano"  (...) la base stessa della vita sentimentale."*
       © LELE JANDON 2013



* La citazione da Eugène Minkowski è tratta da "Il Tempo vissuto. Fenomenologia e Psicopatologia", Rizzoli, Milano 2011, pagg. 68 - 69.

domenica 9 giugno 2013

disputa fra un liberale kantiano e un totalitarista ideologico: il nuovo libro di Vito Mancuso è, come sempre, un evento culturale


recensione di LELE JANDON*

IL BENE è PIU' FORTE del MALE. "Credere in Dio significa ritenere che il bene è più forte del male" aveva detto Vito Mancuso nella "Disputa su Dio e dintorni" a Corrado Augias (Mondadori, Milano 2009, pag. 220): "credo che il bene sia la forza più potente di tutte" (pag. 101). Scrive Paul Davies, fisico di fama mondiale, in "Da dove viene la vita": "Le probabilità contrarie alla sintesi puramente casuale delle sole proteine sono circa 10 elevato alla 40.000...un numero che, scritto per esteso, occuperebbe un intero capitolo di un libro." "E lei questo lo chiama caso?", dice Vito Mancuso all'amico Corrado Augias. 

PENSARE DIO FILOSOFICAMENTE.
Vito Mancuso lamenta "l'incapacità della nostra
cultura di pensare Dio laicamente, filosoficamente,
quale fondamento razionale e logico dell'essere.
L'abbiamo lasciato alle prediche e ai confessionali,
mentre occorre tornare a parlarne nelle piazze
e nelle università. A questo proposito, le pare logico
che in Italia non esistano facoltà laiche di teologia,
come accade, invece, negli altri Paesi occidentali?"
Così il grande teologo, oggi docente all'Università
di Padova, a Corrado Augias, in
"Disputa su Dio e dintorni",
Mondadori, Milano 2009, pag. 231.
Vito Mancuso non è solo un eccellente professore (è stato mio docente di Teologia Moderna e Contemporanea e di Storia delle Tradizioni e delle Identità Cristiane), né è solo un prolifico scrittore; é anche, a mio avviso, il più grande filosofo italiano vivente.
Nella sua ultima fatica (“Il caso o la speranza? Un dibattito senza diplomazia”, Garzanti, Milano 2013, 153 pagine), il grande teologo, intorno al cui pensiero è stata pubblicata anche una monografia da una delle più prestigiose case editrici accademiche tedesche (foto a fianco), non perde neanche per un momento il suo aplomb, e non si lascia minimamente intimorire dall'arroganza di Paolo Flores D'Arcais, un esempio del fenomeno figlio della controriforma cattolica italiana (speculare all'apologetica dei clericali) che è l'ateismo militante. Un atteggiamento, come vedremo, piuttosto diverso da quello di un altro non credente con cui Mancuso ha scritto un libro, Corrado Augias ("Disputa su Dio e dintorni", Mondadori, Milano 2009). Il quale Augias, che come lui scrive su "Repubblica", aveva invece avuto parole di stima ed elogio per Mancuso: "La sua capacità di elaborare ipotesi teologiche molto articolate e di notevole seduttività" (pag. 148), "sono impressionato dalla ricchezza delle sue citazioni" (pag. 170), "attraverso questa nostra disputa ho imparato non solo a stimarla, ma anche a nutrire una viva simpatia per le sue idee" (pag. 174). Un dialogo civile, fra due galantuomini, quello di cui sopra.
Molto diverso dallo stile di Flores D'Arcais, una vita all'insegna dell'estremismo il quale ha l'arroganza di dichiarare infine di essere dispiaciuto che questa "discussione non si concluda come nei dialoghi platonici, dove uno dei contendenti riconosce, passo dopo passo, la validità della tesi opposta" (pag. 99): evidentemente, D'Arcais non ricorda che esistono anche i dialoghi aporetici, aperti.
CREDENTI. Vito Mancuso (docente, scrittore, teologo) 
con padre Alberto Maggi.
Non ci addentreremo troppo nel merito degli argomenti così appassionatamente esposti da Mancuso. Piuttosto, in questa sede c'interessa fare un raffronto sullo stile e sul metodo, fra questi due personaggi, dalla nostra prospettiva liberale che nutre un sacro rispetto per l'orientamento ed il sentimento religioso.
I riferimenti di Mancuso sono (fra gli altri) Kant (un liberale, illuminista, credente) gli scienziati credenti come Paul Davies ("Da dove viene la vita", come già aveva fatto nella sua disputa con Augias, op. cit., pag. 24), e Francisco J. Ayala (“Il dono di Darwin alla scienza”), la filosofia classica, neoplatonica e rinascimentale; i riferimenti di Flores D'Arcais sono Leopardi e i darwinisti amici suoi. Che non cita per nome: per ragioni di privacy? Misteri della Fede (ortodossa darwinista).
Per il primo la Vita non è un "colpo di fortuna chimico" ("Disputa su Dio e dintorni", op. cit., pag.10) ma ha un significato, un logos; per il secondo è priva di senso ("Il caso o la speranza?", cit., pag. 71): Mancuso è un emergentista, Flores D'Arcais è un riduzionista (riduce le nostre persone alla nostra materia). L'emergentismo, spiega Mancuso, "consiste in una fiducia verso la realtà" ("Disputa su Dio e dintorni", op. cit., pag. 113). E' lo scontro fra l'analisi (distruttiva) e la sintesi (costruttiva).
Per F. D'A., un relativista culturale che non crede in nessun fondamento, non esiste nel nostro DNA una morale comune (nonostante molti neuroscienziati e neuroeticisti abbiamo prodotto numerose evidenze sul fatto che noi siamo “altruisti nati”, per citare il titolo di un famoso libro, da lui stesso citato!http://lelejandon.blogspot.it/2014/08/le-intuizioni-morali-innate-come-i.html), mentre per Mancuso un'etica universale c'é: ed è la regola aurea delle religioni (pag. 80) che c'invita a trattare "il prossimo come noi stessi": con Rispetto. Quel rispetto che manca da parte di Flores D'Arcais nei confronti del suo interlocutore, sempre pronto ad accettare il dialogo con chi la pensa diversamente da lui. 

Per Mancuso, un liberale, esiste la Libertà (e, di conseguenza, aggiungiamo noi, il Rispetto di kantiana memoria); per D'Arcais, che ha una maniera di porsi illiberale, la libertà non esiste (pag. 44). Al massimo, esistono solo alcuni pochi uomini liberi, fra cui lui: liberati da false credenze. La cosiddetta 'libertà', ci spiega Flores D'Arcais, “è semplicemente un insieme di funzioni caratteristiche della neocorteccia che indeboliscono i nostri istinti” che non sono certo buoni (pag. 44). Una libertà debole, secondo il “pensiero debole” di D'Arcais.
Per D'Arcais -nonostante egli stesso citi la meraviglia dei neuroni specchio e quindi del cervello umano, e dell'inibizione naturale ad uccidere fra intraspecifici (pag. 92) che (secondo me come per Lévinas) è la prova che il comandamento "non uccidere" è inscritto nel nostro dna morale purché noi abbiamo il coraggio di guardare il nostro prossimo dritto negli occhi - l'essere umano non è buono per natura.
SGUARDI OPPOSTI. Paolo Flores D'Arcais vs Vito Mancuso.
Il pessimismo antropologico leopardiano
vs l'"ottimismo drammatico",
come lo stesso Mancuso definisce il proprio pensiero. 
Per lui le fedi sono “illusioni nel senso freudiano del termine” (pag. 47), ed ecco che lui rivela così la sua religione: il freudismo. E qui ci basti anche solo ricordare che Sigmund Freud considerava non già solo l'orientamento religioso, bensì persino l'orientamento omoerotico come infantilismo, con tutto il male che tale sua teoria ha prodotto, anche nella psichiatria, che è stata parassitaria della psicanalisi per molti anni. Peccato, però, per D'Arcais, che la psicanalisi non sia una scienza matematica di quelle che per lui dovrebbero in pratica sostituire le scienze filosofiche. E peccato anche che senza il pensiero liberale (cfr. Jeremy Bentham, “In difesa dell'omosessualità”, il Melangolo, Genova 2009), oggi saremo ancora a Freud e ai suoi ammiratori di sinistra, altro che matrimonî gay. 
Se sfoglierete questo volumetto in libreria, v'invito a soffermarvi sulle due fotografie nella sovraccoperta dei due: il teologo si presenta con il suo sorriso sereno e filosofico che ha anche di persona, il secondo ha gli occhi che guardano altrove, altèro e arcigno. Ma i due contendenti non sono solo due modi di guardare al lettore opposti, ma anche due modi di parlarsi opposti, due personalità agli antipodi, due modi di guardare il mondo opposti. Infatti D'Arcais ci pare proprio di vederlo (anche se qui per fortuna solo lo leggiamo) adirarsi (non proprio come un antico stoico, il nostro “filosofo”), mentre esercita la sua violenza verbale “azzerando” (ma solo a parole) gli argomenti del suo interlocutore. Ora vedremo come.


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IL “TUTTO” e lo “ZERO”


Sentite per esempio cosa risponde, gentile, al suo civilissimo interlocutore: “è un argomento che vale zero” (pag. 37), “questa obiezione vale assolutamente zero” (pag. 60). Questo è lo stile dei “filosofi” figli del Sessantotto, a quanto pare. Dal '68 siamo passati allo Zero come numero magico. Gli argomenti filosofici, quindi, per D'Arcais (animatore del movimento ideologico che chiedeva come numero il diciotto politico e che, con la riduzione dell'Università ad università di massa, ha ridotto anche gli studenti a mero numero) si misurano in numero. Un numero “arabo”: lo zero.
E il numero magico ritorna anche quando questo intellettuale, non proprio un esempio di politicamente corretto, propone il suo principale (unico, presunto) argomento per cui la Vita sarebbe null'altro che un “accidente cosmico” (pag. 51) “poiché” la probabilità statistica che si presentasse è “vicina allo zero” e “dunque” una “lotteria” (pag. 59), una “contingenza” (pag. 60).
Inutile citargli Bobbio (agnostico come il suo Darwin) che si sente avvolto dal mistero, D'Arcais ha ZERO dubbi nella sua vita. Solo certezze.
Infatti, lui stesso spiega che per lui la filosofia è guerra, proprio come un altro ex comunista, Umberto Curi (autore di “Polemos. Filosofia come guerra”, Bollati Boringhieri, Torino 2000): il dialogo DEVE essere polemos (pagg. 17 et 20), quindi anche guerra di religione dichiarata contro i credenti. Questi ostinati che non si lasciano persuadère dai suoi argomenti ragionevoli. Questo è lo spirito dell'ateismo militante. 
Certo, anche per Platone la matematica era fondamentale, eppure mai in un suo dialogo ho letto Socrate (che al massimo usava l'elegante arma dell'ironia) annullare la dignità dei suoi interlocutori dicendo una simile frase: “il tuo argomento vale zero”.
Leggendo le risposte e gli attacchi di Flores D'Arcais, ci facciamo un'idea di cosa sia l'intolleranza religiosa, che non è meno intollerante dell'intolleranza sessuale, o dell'intolleranza politica. D'Arcais ha perfino l'ardire di citare (secondo noi, a sproposito) il credente Guglielmo di Occam il quale “intima di non introdurre cause aggiuntive” (cioé il Creatore) “per eventi altrimenti già spiegati” (col darwinismo ortodosso, naturalmente). Mancuso gli replica con il grande filosofo ebreo Hans Jonas: la selezione naturale “spiega la scomparsa, non la comparsa di forme” (“Organismo e libertà”, Einaudi, Torino 1999, pag. 65).
Addirittura, il “sapiente” dichiara (con un plurale maiestatis) che “oggi sappiamo tutto rispetto ai grandi interrogativi tradizionali della filosofia e della teologia” (pag. 37, corsivo mio). Inutile dirvi le implicazioni totalitarie di una simile affermazione. Per lui la Scienza è al singolare, egli non usa mai il plurale: le scienze. 
Ed è anche inutile tentare di spiegargli l'affermazione di Mancuso che “Dio esiste solo per chi lo fa esistere” (pag. 41, citazione da “Io e Dio”, Garzanti, Milano 2011, pag. 428) perché D'Arcais non la capisce. Sa tutto, lui, ma non capisce tutto. Anzi, alcune cose proprio non le concepisce. E siccome noi abbiamo più immaginazione di lui, possiamo immaginare che, proprio come nel socialismo sovietico, metterebbe fuorilegge la religione per il bene dell'umanità.
Vito Mancuso, invece, che è un liberale kantiano, schematizza così i due opposti dogmatismi (che io chiamo degli atei militanti e dei clericali fondamentalisti):
1) il dogmatismo positivo: la ragione dimostra l'esistenza di Dio. E' la posizione dei clericali secondo cui sono ragionevoli solo i credenti (nei dogmi della chiesa).
2) dogmatismo negativo: la ragione dimostra la non esistenza di Dio. E' la posizione, non meno prepotente, degli atei comunisti come D'Arcais, secondo cui hanno ragione solo gli atei o gli agnostici come Darwin. (Tutti gli altri sono esseri infantili, da sottoporre a psicanalisi, ovviamente freudiana).
3) Criticismo: critica della pretesa della ragione e posizione dell'antinomia (tesi + antitesi). E' la posizione di Mancuso. Solo così, aggiungiamo noi, si può fondare il rispetto dell'altrui pensiero religioso.
Vorrei concludere in bellezza questa recensione a questo libro, che è un must, per capire chi sono i veri laici e chi sono gl'intolleranti, con la citazione che Mancuso riporta dallo scienziato Max Planck, in risposta all'insulto di D'Arcais che freudianamente definisce i credenti degli esseri infantili: “La ragione per cui l'adulto non si meraviglia più non è perché ha risolto gli enigmi della vita, ma perché si è abituato alle leggi che regolano la sua immagine del mondo. Ma il problema del perché queste e non altre leggi valgano, resta per lui stupefacente e inesplicabile come per il bambino. Chi non capisce questa situazione ne falsa profondamente il significato, e chi ha raggiunto lo stadio di non meravigliarsi più dimostra semplicemente di aver perduto l'arte del ragionare e del riflettere”.
Anche se D'Arcais pensa di averci dimostrato che gli argomenti del professor Mancuso valgono il suo voto “zero”, questo libro VALE la pena acquistarlo.


LELE JANDON

    laureato con Lode in Filosofia della Mente, della Persona, della Città e della Storia all'Università “Vita – Salute” del San Raffaele di Milano

Note: La citazione da Max Planck è da “La conoscenza del mondo fisico”, Bollati Boringhieri, Milano 1993, pag. 361.  

venerdì 7 giugno 2013

il ddl del liberale Galan, le nozze di Bruno e Vincent, la Battaglia di Imma e i consigli di Max e Giuseppe: "Così teniamo sempre vivo il nostro Amore"

analisi di LELE JANDON

IL VALORE DELLA FAMIGLIA. Il primo ministro britannico
ha appena fatto approvare dalla Camera dei Lord
il suo ddl che introduce il matrimonio gay.
Ha dichiarato Cameron (qui sopra con l'amatissima moglie):
"I don't support gay marriage despite being a Conservative.
I support gay marriage because I'm a Conservative." 
In un momento di depressione economica come quello che sta vivendo il nostro Paese, ci sono anche ottime ragioni economiche per essere a favore dell'introduzione del matrimonio gay: fa bene all'economia, perché non solo stimola i consumi (dai fiorai ai fotografi ai ristoranti), ma anche crea nuove libere professioni come i wedding planners, cioé gli organizzatori di matrimoni.
I GRANDI LEADER SANNO INDICARE la DIREZIONE.
Il Premier britannico David Cameron, conservatore liberale,
con la moglie Samantha. 
E mentre il grande Leader del Partito Conservatore britannico nonché Premier David Cameron ha ottenuto un successo alla Camera dei Lord per il ddl che trasforma i civil partnership in veri e propri matrimoni à la francaise, il neo presidente della Commissione Cultura Giancarlo Galan, 56 anni, del Partito delle Libertà è Veneto ed in quanto tale è un lavoratore: creato il Governo Letta, il Senatore padovano s'é messo al lavoro ed ha elaborato un ddl sulle unioni civili gay. Non stupisce che quest'iniziativa provenga dall'ex Governatore (laureato in giurisprudenza): un liberale che proviene dal PLI, da sempre dichiaratamente pro matrimonio ed adozioni gay. Mi auguro che un domani sia lui, 56 enne, il successore alla leadership del Popolo della Libertà.
BUONI GENITORI. Giancarlo Galan e Sandro Bondi
sono favorevoli
alla richiesta di adozione da parte delle coppie gay.
Né sorprende l'immediato sostegno di un altro liberale, Sandro Bondi, 54 anni, laurea in filosofia, che fu il primo (prima dell'ex ministro Renato Brunetta, 63 anni, anch'egli Veneto come il collega Galan) a presentare un disegno di legge, ricordate?, e che ha fatto da correlatore al "Gay and Lesbian Partnership" di Galan alla conferenza stampa. Ha detto anche Bondi di essere a favore delle adozioni: “Come dimostra la decisione del presidente degli Stati Uniti, di fede cristiana, non e’ uno scandalo, anche per un credente come me, ritenere coraggioso e giusto quel traguardo finale anche per l’Italia”. Una curiosità: entrambi questi signori sono stati Ministri per i Beni e le attività culturali. E se passasse questa legge sarebbe davvero un bene ed una rivoluzione culturale per il nostro Paese.
MANCA SOLO L'ITALIA. Negli ultimi mesi abbiamo assistito
alla Revoluciòn sudamericana: dall'Argentina all'Uruguay
al Messico hanno legalizzato il matrimonio gay.
Aumentano la speranza di una legge che può fondare un centrodestra liberale i Sì da parte di Laura Ravetto (41 anni, anche lei laureata in giurisprudenza come Galan e Berlusconi e uno dei rari esempi di amore trasversale: è fidanzata con un collega del pd, neodeputato conosciuto durante questa legislatura), e di altre tre donne del PDL, tutt'e e tre del nostro bel Sud: la palermitana Gabriella Giammanco (che il 13 giugno compie 36 anni) e le due ex ministre Stefania Prestigiacomo (46 anni, di Siracusa) e Mara Carfagna (37 anni, di Salerno, sotto il cui ministero fu fatto il primo ed unico spot antiomofobia in Tv e diventata neodirettore di "Think News"). Ottimo segno anche che due fra le persone più vicine a Berlusconi, Daniela Santanché (51 anni, anche lei di Cuneo, come Ravetto) e Fabrizio Cicchitto, siano diplomatici: lei si dichiara “contenta che si sia aperto il dibattito” all'interno del partito, e lui si dice "pronto a dialogare col PD" sul tema. Insomma, dopo la storica apertura del Cavaliere, ecco il fronte gay friendly del PDL: ed è notevole che due autorevoli fedelissimi di Silvio Berlusconi siano a favore della famiglia gay. 
Del resto, l'avvocatessa Anna Maria Bernardini De Pace sono quattr'anni che argomenta della bontà del matrimonio gay (da quando cioé, nel 2009, ha pubblicato per Bompiani il saggio “Diritti Diversi. La legge negata ai gay”) e lo scrive in ogni buona occasione ai suoi lettori del “Giornale”, contro la linea politica del quotidiano: anche lei controcorrente come Galan, Brunetta, Bondi, Ravetto, Giammanco, Carfagna, Prestigiacomo. Galan in una trasmissione radio in diretta ha anche ricordato al suo collega Giovanardi che in Russia ci sono 185mila bimbi orfani in attesa di una carezza ed ha consigliato di rileggersi l'articolo 3 della Costituzione. Il parlamentare pdl dimostra così realismo politico, laicità, competenza, spirito d'iniziativa.Il governo di larghe intese è non solo una straordinaria opportunità di pacificazione nazionale, in cui s'imparano a conoscere e rispettare fra loro i due principali partiti (si spera sia la premessa di un maturo sistema bipolare, cioé con due soli grandi partiti), ma anche la grande occasione dei gay (di bipartisanship in stile americano) per ottenere il riconoscimento delle unioni gay. In un parlamento ove seggono specchietti per le allodole gay, opportunisti, nullafacenti e suore laiche, che tentano di avallare l'andazzo delle disimpegnate convivenze etero, ecco FINALMENTE una proposta moderata che ci offre dignità: eguali Diritti e Doveri. Se il PDL, dopo la storica campagna televisiva contro l'omofobia e lo storico decreto antistalking di Maroni e la storica legge antifumo del ministro Sirchia, vuole essere di nuovo all'avanguardia, deve mostrarsi ancora una volta UNITO, isolare i pasdaran alla Giovanardi e Roccella, e seguire gl'illuminati del Partito. In questa maniera, avrà anche molte più chances di vincere le prossime elezioni politiche e portare avanti altre riforme. Perciò, sarebbe molto bello sostenere con forza questo ddl Galan, che piaccia o no la sua parte politica. Perché è tutto fuorché una proposta di parte, e la società civile italiana ormai è pronta ad accoglierla senza family days. Ed un bel giorno arriverà anche il matrimonio. Quest'unione nelle intenzioni di Galan dovrà essere siglata davanti a un ufficiale di stato civile, che non potrà rifiutarsi se non vorrà incorrere nell’omissione di atti d’ufficio: proprio come in Francia.

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Intanto, proprio in Francia, a Montpellier (258mila abitanti, sita nel Sud della Francia), Bruno e Vincent, militanti per i diritti di 30 e 40 anni, uniti da 7 anni anche dalla comune passione per la Politica, si sono sposati (l'uno in cravatta, l'altro in papillon) in municipio. 230 giornalisti, 500 invitati. 
BRUNO e VINCENT sposi a Montpellier, maggio 2013. 
Si sono conosciuti sette anni fa su Internet, in un forum di discussione: proprio come Glauco e Stefan, la cui storia d'amore ho raccontato sulla mia Bacheca Facebook. Quindi, hanno deciso di vedersi di persona e si sono innamorati. “Vi dichiaro uniti in nome della Legge”, ha detto la mairie, il sindaco di Montpellier.


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E...GIUSEPPE e MAX, anche loro sposi: a Roma, maggio 2013.
E, poiché nessuna legge ci vieta di far festa, i nostri connazionali Max e Giuseppe han deciso di non aspettare lo Stato ed han voluto, nel frattempo, celebrare un matrimonio simbolico a Roma, vestìti in identico elegante completo grigio scuro, grazie a “Same Love”  (http://www.samelove.it/), la prima agenzia di “wedding planning” per coppie gay, e grazie ad Imma BattagliaErano presenti, in prima fila, entrambe le famiglie dei due uomini, che gestiscono insieme un bed and breakfast nel cuore di Roma. L'addetta alla comunicazioni di "Same Love", Egizia Mondini, ha raccontato così al "New York Times", che ha dedicato un servizio in prima pagina alla notizia, lo scandalo dell'anomia in cui si trova il genitore non biologico delle coppie gay: "Nei confronti di mia figlia, la mia compagna ha gli stessi diritti di una babysitter". Il quotidiano di Nuova York ha anche ricordato il dato del sondaggio demoscopico Istat secondo cui il 63% degl'italiani è a favore delle unioni civili e il 44% del matrimonio gay, come Sandro Bondi e Giancarlo Galan. E in un periodo in cui finalmente nascono anche love story bipartisan, è arrivato anche il momento di un ddl bipartisan, come quello del Senatore Galan. 


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La Battaglia di Imma: "...e nel 2014 mi sposerò io!"

intervista di LELE JANDON

Del significato politico di questi due eventi, il "piccolo matrimonio" nel disegno di legge di Galan e il matrimonio simbolico di Massimiliano e Giuseppe, ho parlato al telefono con Imma Battaglia, la quale si dice ottimista. Manager, intraprendente fondatrice del prestigioso Circolo Culturale Dì Gay Project a Roma, nessuno più di lei si è sempre dichiarata aperta al dialogo con tutte le forze politiche. Un nome che è tutto un programma, l'energica militante nel 2000 ha orgogliosamente sfidato Amato, Rutelli e Wojtyla per fare il gay pride fra i pellegrini del giubileo.

"Intanto, congratulazioni pei tanti voti che hai ottenuto alle ultime elezioni a Roma."

"Grazie, e a te complimenti per il Blog, l'ho letto, è molto ben fatto."

"Grazie! Senti, con te che sei laureata in matematica, facciamo due conti: ci sono i numeri per una maggioranza parlamentare disposta a votare Sì a questo disegno di legge del senatore Galan?" 
IMPEGNO CIVILE. Imma Battaglia,
fondatrice di Dì Gay project. 

"Dopo le ultime politiche, in Parlamento ci sono più donne e più giovani; non c'è più il centro bigotto, che è stato punito dagli elettori, e non é stata rieletta nemmeno Paola Binetti. Perciò sì, io credo che ci siano tutte le condizioni perché questo ddl passi".

"Sempre a proposito di numeri, una professoressa americana di Statistica ha dimostrato statisticamente che la stragrande maggioranza delle coppie il cui amore dura a lungo (quelle che poi appunto si sposano, come Max e Giuseppe) hanno tutte in comune il canale tramite il quale si sono conosciute: la rete di amici. Infatti, è altamente probabile che un tuo amico sia tale per te perché avete in comune valori e passioni, e quindi ti presenterà probabilmente un suo amico che avrà a sua volta in comune con voi un idem sentire e simili interessi. Tu hai conosciuto tante coppie gay: ti risulta, questo dato sociologico?"

"Certamente, confermo, è proprio così anche per tantissime coppie di fidanzati gay. Gli stessi Max e Giuseppe si sono conosciuti su Facebook, ove entrambi avevano commentato il post di un loro comune amico: quindi han stretto amicizia, all'inizio virtuale, su questo social network, poi si sono incontrati ed innamorati."

"Tu sei amica di Max e Giuseppe. Che cos'hai provato a questa cerimonia familiare, simbolica e politica, che tu hai presenziato?"

"Orgoglio. Sono orgogliosa di avere fatto da madrina a questo matrimonio di Giuseppe e Max, è il mio quinto matrimonio."

"Quinto? In Italia o all'estero?"

"In Italia. Solo che questo, a differenza dei precedenti che si erano invece svolti in forma privata, nel nostro Circolo o in ville private, ha avuto una risonanza mondiale."

"Dicevi che sei orgogliosa di aver contribuito ad organizzare questo evento."

"Sì, così come sono orgogliosa delle altre iniziative che porta avanti il mio Dì Gay Project. Come l'assistenza legale gratuita, da parte di cinque diversi avvocati, gay ed etero, alle persone gay che si rivolgono a noi per vari bisogni. Ciascuno dei nostri volontari ha un suo studio legale e tutti fanno volontariato sia civile che penale: per assistere le coppie che vivono more uxorio e che vogliono fare testamento oppure i ragazzi gay vittime di abusi sessuali o di violenze per strada. O come il nostro progetto "Apertamente" che mi porta nelle scuole superiori a parlare, per tre mesi ciascuna, con le moderne tecniche della psicologia dinamica e con l'ausilio di uno psicologo ed una psicologa, del pregiudizio e del disagio."

"A proposito di orgoglio, domenica 30 giugno presenterò al mio Cineforum gay al Guado a Milano (e colgo l'occasione per ricordare che anche il tuo bel circolo, il Dì Gay project, organizza un Cineforum gay domenicale: a Roma) il film "Stonewall", sulla rivolta che diede origine al tradizionale gay pride, cioé alla marcia dell'orgoglio omosessuale, appunto: e tu sei stata, nel 1994, l'organizzatrice della prima pride parade italiana. Qual è il significato storico delle rivolte di quelle due notti?"

"C'è sempre un nuovo "Stonewall", una "nuova frontiera". La rivolta, la ribellione contro le ingiustizie sono passaggi fondamentali per acquisire i diritti."

"Ci sono in programma altre nozze in grande stile?"

"Sai che ti dico? Lo voglio annunciare a te in esclusiva per il tuo Blog: che l'anno prossimo sarò io a sposarmi!"


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I consigli di Max e Giuseppe: "Fate sempre progetti insieme e parlatevi sempre"

ORGOGLIO. La sorella di Giuseppe
accompagna il fratello alla festa più importante della sua vita.
Intanto, sulla rivista “Cosmopolitan” i novelli sposi ci svelano i segreti per una coppia unita:


1) Fate sempre nuovi progetti comuni.
2) “Parlatevi sempre”, anche se sorgeranno discussioni: no ai "non detti".
3) “Usare il Noi anziché l'io”.
4) “Mettere l’altro al primo posto, dategli tutta l’importanza del mondo, perché il nostro compagno è la fonte della nostra felicità, il nostro tesoro.”
Grazie, Ragazzi: felicitazioni e di questi preziosi consigli faremo davvero TESORO!





© LELE JANDON 

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